In Italia il patrimonio forestale copre oltre il 35% del territorio nazionale, ma in alcune Regioni la percentuale occupata da boschi arriva a toccare quasi il 50%.
L’Italia emette ogni anno circa 428 milioni di tonnellate di CO2, con un trend che mostra una riduzione del 17% rispetto all’inizio degli anni Novanta grazie all’utilizzo di energie rinnovabili. Circa il 10% di queste emissioni viene poi assorbito dalle foreste presenti sul suolo nazionale, che svolgono quindi un ruolo di fondamentale importanza e vanno preservate a ogni costo.
Le nostre foreste sono però messe a rischio dagli eventi meteorologici catastrofici prodotti dai cambiamenti climatici, sempre più frequenti anche in Italia.
Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2018, ad esempio, sulle Alpi Orientali si è abbattuto l’evento più distruttivo mai registrato per le aree boschive del nostro Paese: il ciclone Vaia.
Insieme a Raiffeisen, impegnata da sempre nel promuovere la finanza etica in Italia, mi sono recato nelle zone colpite da Vaia, per testimoniare la situazione a circa due anni di distanza da quella notte così drammatica.
Sono ancora milioni gli alberi che restano a terra. Nel corso di poche ore, furono distrutti oltre 45 mila ettari di foresta e abbattuti 14 milioni di piante, che nessuno di noi rivedrà mai più così com’erano prima del ciclone Vaia: a quelle quote, infatti, la montagna impiegherà almeno un secolo e mezzo per ricostituirsi. Il disastro mette inoltre in pericolo le popolazioni locali a causa del dissesto idrogeologico, dato che la mancanza del bosco le espone a un rischio altissimo di frane. Il futuro delle Dolomiti e delle foreste italiane è nelle nostre mani: dobbiamo capitalizzare le lezioni del passato e dare il nostro contributo, smettendo di finanziare aziende che non perseguono i valori della sostenibilità in favore invece di una finanza etica in Italia.